Deiva Marina - Guida Turistica

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 Al centro del nucleo più antico si erge la chiesa parrocchiale settecentesca, dedicata a Sant’Antonio abate e motivo di particolare interesse per il sagrato , il tipico tappeto di pietra ligure “a risseau” (una sorta di mosaico di ciottoli levigati, disposti a formare disegni marinareschi).
 Di fronte alla chiesa si trova una torre tardo medievale a pianta quadrata, coronata di merli aggettanti.
 Una seconda struttura a pianta circolare si ergeva vicino al mare e ne sono oggi visibili le rovine coperte di edera. Entrambe le torri furono costruite come presidio militare e come reazione al pericolo delle incursioni di pirati turchi e barbareschi. Il complesso funzionava probabilmente come elemento di raccordo in un sistema di comunicazione a vista, in triangolazione con altre postazioni di guardia.
 Seguendo un itinerario naturalistico e storico insieme si può risalire dal centro storico di Deiva verso le alture, incontrando le frazioni di Mezzema, Piazza e Passano, piccoli agglomerati di case sparsi sulla collina, i cui abitanti scesero poi a valle a fondare il nuovo centro.
 La testimonianza più interessante dell’antichità degli insediamenti in queste zone è la chiesa di N.S. dell’Assunta, ritenuta la prima chiesa plebana del comprensorio, fatta edificare da Ita e Oberto, forse capostipiti dei domini da Passano, intorno al 1002 in un’ampia terrazza pianeggiante oggi poco distante dall’abitato di Piazza. L’edificio è noto per la sua presenza al suo interno di una delle più significative testimonianze scritte dell’evangelizzazione del territorio: un’antica iscrizione della fine del VII – VIII secolo incisa su lastra marmorea, che riporta il testo di una pretesa “ lettera di Gesù Cristo mandata dal cielo”, ed è conservata assieme alla lapide di intitolazione della chiesa stessa. Il testo latino dell’iscrizione paleocristiana richiama duramente i credenti al rispetto del riposo domenicale, minacciando le peggiori calamità e punizioni per i non osservanti. Salendo ulteriormente si incontra il monte San Nicolao che domina la vallata di Deiva. Sul versante settentrionale, a circa 800 metri sul livello del mare, recenti scavi hanno portato alla luce un complesso ospitaliero medievale costituito da una chiesa a navata unica e transetto triabsidato, databile intorno al XII – XIII secolo, e da un attiguo locale di più ridotte dimensioni.
 Poco più a sud sono stati trovati resti di un edificio più grande, a pianta rettangolare, probabilmente destinato all’accoglienza dei pellegrini e dei viandanti. Il ritrovamento di recipienti ceramici, olle e testelli, e di altri piccoli oggetti d’uso quotidiano (tra i quali alcune monete), ha permesso di confermare la datazione, ma anche di avanzare interessanti ipotesi sulle abitudini alimentari di quel periodo, dalla produzione di focaccette nei testi, tradizione ancora viva in tutta la zona, fino alla Lunigiana, a quella di minestre e polente di cereali.
 le più antiche poiché l’area del Monte Carmo, presso la frazione di Mezzema, ha restituito punte di frecce in diaspro, frammenti di ceramica e piccoli manufatti in pietra che risalgono al periodo compreso tra l’età del Rame e quella del Bronzo. Tracce di frequentazione databili all’età del Bronzo sono state recentemente individuate anche in altre zone del territorio comunale. La campagna di scavi, condotta dalla Cattedra di Archeologia Medievale dell’Università di Genova, dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri e dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici della Liguria e in parte finanziata dal Comune di Deiva, proseguirà in estate con l’intento di approfondire le conoscenze sul passato di questa terra, che mostra tracce di insediamenti antichissime reperti che ci riportano con la mente ad un tempo lontano, ancestrale, prima della storia.
 Chiesa parrocchiale intitolata a S. Michele,a Mezzema le cui origini si fanno risalire al VII o VIII secolo all'interno vi è una preziosa statua raffigurante il patrono, opera della scuola genovese di Maragliano. L'origine di questo abitato è remota, come si evince da un documento ritrovato, e relativo ad un diploma di Carlo Magno del 5 Giugno 774, dove si parla dell'esistenza di S. Michele di Mezzema.
  Sempre nel 774, si riferisce in un altro documento dell'affidamento nella valle di Deiva di terreni ad una colonia di monaci, da parte dell'abate di S. Marzano di Tortona, posti successivamente a coltura da monaci benedettini.
 Chiesa parrocchiale di S. Anna a Piazza del sec. XVIII e caratteristico borgo di Boccamanzo, anticamente detto Bocamonza. Nella zona, in località detta "Miniera" sono visibili i resti di una antica miniera per l'estrazione del rame, ormai in disuso, della quale si hanno notizie a partire dal 1610.
 Nelle vicinanze, in località Piani della Madonna, si trova il santuario dedicato a N.S. dell'Assunta costruito sui basamenti di un edificio religioso preesistente, fatto edificare da Ita e Oberto Da Passano, feudatari del paese. Vi si conserva il più antico documento esistente nel territorio comunale, una lapide marmorea con epigrafe relativa all'osservanza religiosa del riposo festivo.
Ruderi del castello dei Signori
 Da Passano, il cui dominio si estendeva nella zona compresa dagli attuali comuni di: Moneglia, Deiva M.. Framura. zone del Bracco e delle Cinque Terre, con possedimenti anche all'isola del Tino. Le origini della famiglia risalgono al distacco, verso la fine del sec. X , di un ramo nobiliare dai Conti di Lavagna, il cui capostipite Manfredo ottenne, nel 984, da Ottone II, la dignità signorile. Dai luoghi di origine, Manfredo ed i discendenti avanzarono sul litorale inglobandone i territori e ponendo il centro del loro dominio in quello di Passano, dove edificarono il castello, spingendosi inoltre nell'entroterra e occupando cosi una vasta zona della Riviera Ligure di Levante. Fu durante la Lotta per le investiture (1076-1122) che i Passano riuscirono a rendersi completamente autonomi nel loro dominio delle zone conquistate. Nel 1080, alla terza generazione, II consorzio signorile dei Passano si divise i due e il ramo staccatesi si denominò Lagneto e Celasco, dai luoghi che ne divennero il centro. Il castello fu quasi completamente distrutto ed espugnato dopo otto giorni di assedio, nel 1174, da parte della Repubblica di Genova, in seguito ad un tentativo di ribellione sostenuto da una alleanza tra i Passano, i Malaspina e i Fieschi, contro l'espansionismo genovese. Sullo spazio antistante il castello sorgono i ruderi dell'oratorio di S. Giovanni Battista la cui datazione e incerta. Nei dintorni di Deiva M. e più precisamente lungo la sede attuale della Via Aurelia, si intravedono resti dell'antico tracciato napoleonico della stessa. Sovrasta la strada il Monte S. Nicolao, la vetta più alta del nostro Comune. Nel Medio Evo questo monte era chiamato Pietra Corice o Colica e apparteneva all'Alpe Pennino della Tavola Peutingeriana: la prima cartina topografica giunta fino a noi e tuttora conservata a Vienna. La stessa zona era un antico crocevia viario di diramazioni della Via detta Romea o Francigena: antico percorso medievale dei pellegrini che numerosi raggiungevano Roma, Santiago De Compostela in Spagna o si imbarcavano per Gerusalemme. La Chiesa di S. Nicolao : resti di una costruzione in stile romanico primitivo, orientato a levante e con una navata e un transetto triabsidale; fu una delle pochissime chiese liguri con pianta a Tau o Croce latina commissa, espressione di fede popolare. Annesso all'edificio vi era un ospedale per i viandanti, che, nell'antichità percorrevano l'antica e solitaria Via Francigena o Romea prima dell'anno 1000, e una cella conventuale di monache benedettine. Dell'edificio si hanno notizie sicure solo a partire dal 1160 in una citazione, mentre in un altro documento del 7 maggio del 1169 viene citato il nome della prima monaca: Gisla, originaria di Lavagna. Nel 1590 il complesso subì un incendio e verso la metà del XVII, la chiesa venne ripristinata restando aperta solo nel periodo della raccolta delle castagne, nei mesi di Ottobre e Novembre, per i proprietari dei castagneti di Vasca. Nel 1754 l'edificio venne definitivamente chiuso, fino a diventare col trascorrere del tempo, e in relazione alla diminuzione di importanza del crocevia viario del S. Nicolao. un luogo infestato da briganti e rifugio di animali.